SALA 5 Il ruolo del curatore

 

Una riflessione sul ruolo e sul potere del curatore oggi è avanzata in MoRE da Roberto Pinto, curatore della mostra Salon des Refusés (29 marzo – 25 maggio 2003, Palazzetto Tito – Fondazione Bevilacqua La Masa , Venezia) che presentava progetti di arte pubblica non realizzati di: Maria Thereza Alves, Minerva Cuevas, Carlos Garaicoa, Alberto Garutti, Kendell Geers, Eva Marisaldi, Callum Morton, Antoni Muntadas, Jorge Orta, Lucy Orta, Nedko Solakov, Bert Theis, Sislej Xhafa.

Accostandosi alla riflessione di uno degli artisti invitati, Kendell Geers, Pinto indica nel potere del curatore uno dei problemi del sistema dell’arte contemporanea e arriva a presentare in mostra un progetto da lui stesso rifiutato, quello di Bert Theis nell’ambito della mostra “Subway”: “Il suo lavoro affrontava il problema della proprietà del tempo: ciascuno di noi, infatti, è in qualche modo imprigionato in un sistema asservito alla produzione. Voler fermare la funzionalità della metropolitana per offrire un caffè (costruendo un momento ludico-sociale) a tutti i passeggeri è un magnifico progetto che può far riflettere coloro che ne sono coinvolti proprio sulla necessità di riappropriarsi di esso. Ovviamente, però, la società che gestisce la metropolitana non avrebbe mai accettato una simile proposta (…). E se avesse accettato (…) avremmo rischiato il linciaggio dagli stessi passeggeri la cui priorità era raggiungere nel più breve tempo possibile i propri affari o la propria casa senza dividere un caffè con il proprio vicino o con noi”.

Un secondo fronte è invece quello che coinvolge curatori che negli ultimi anni hanno allestito mostre e avviato ricerche inerenti al tema del non realizzato come il già citato Hans Ulrich Obrist che ha pubblicato nel 1997 Unbuilt Roads: 107 Unrealised Projects, lavora da anni alla sua Agency Of Unrealized Projects con Julia Peyton-Jones, Julieta Aranda, and Anton Vidokle, e ha allestito una selezione – a seguito anche di diversi bandi – di progetti prima presso la galleria e-flux a New York (aprile-maggio 2009) e poi presso la Daadgalerie di Berlino (settembre-ottobre 2012), Filipa Ramos e Antonio Contador con la mostra perfomance allestita a Lisbona nel 2011 Agora não. Not yet e più recentemente il museo all’interno della mostra Between Miracles (CCA, Tbilisi, Georgia) di Elin Wikström e Denis Romanovski con opere di più di 100 artisti georgiani e del nord Europa.

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